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    INTOLLERANZA AL LATTOSIO: COME RICONOSCERLA DAI SINTOMI E COME RIMEDIARE!

    Poche pietanze sono in grado di deliziare il palato come una fetta di un formaggio fresco sul pane o una pizza margherita, magari con un bello strato di mozzarella di bufala filante! Ma, purtroppo, mangiare queste leccornie può comportare delle controindicazioni. Difatti, a seguito della loro ingestione, può capitare di avvertire degli sgraditi disturbi come, ad esempio, meteorismo, diarrea o stitichezza e flatulenza. Solitamente questi disturbi sono i tipici sintomi dell’intolleranza al lattosio. Si tratta, cioè, dell’incapacità dell’organismo di assorbire lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati, composto da galattosio e glucosio.

    Ma come si fa a capire se si è davvero intolleranti al lattosio? Ecco una lista di suggerimenti per scoprirlo rapidamente!

    1) Ascolta il tuo organismo

    Ogni qualvolta ingerisci latte e derivati, il tuo sistema digestivo insorge e ti invia segnali specifici quali dolore addominale, gonfiore e meteorismo? Questi sintomi si accompagnano a stanchezza e/o cefalea? Hai inoltre delle eruzioni cutanee o ti si formano afte in bocca? In questo caso, parlane con il tuo medico e riflettete insieme sulle possibili cause: potrebbe trattarsi di intolleranza al lattosio, ma anche di un’allergia alimentare, ad esempio alle proteine del latte.

     

    2) Calcola il tempo di reazione

    Quando inizi ad avvertire i primi fastidi? Prova a calcolare quanto tempo impiega il tuo organismo ad inviarti un segnale di malessere dopo che hai mangiato cibi che contengono il lattosio. Dopo circa mezz’ora ed entro più o meno due ore? Se i sintomi permangono per più tempo, o addirittura si protraggono per giorni, sarebbe un ulteriore conferma che si tratta di intolleranza al lattosio. Se, invece, la reazione emerge molto più rapidamente, tipo dopo pochi minuti dall’aver ingerito un alimento potenzialmente “incriminato”, è più probabile che possa trattarsi di allergia alle proteine del latte.

     

    3) Capisci se si tratta di un’allergia oppure di un’intolleranza alimentare

    La diversità fra i due fenomeni è sostanziale, e conoscerla ti aiuterà a gestire meglio il problema. L’intolleranza al lattosio è stimolata dall’assenza totale o parziale di un enzima, la lattasi, che ha il compito di digerire lo zucchero del latte. È proprio questo enzima, prodotto dall’intestino tenue sotto l’impulso di une gene specifico, che permette ai lattanti e ai bimbi nella prima infanzia di nutrirsi di latte. Tuttavia, con l’avanzare dell’età la produzione di lattasi diminuisce, risultando a volte insufficiente a garantire la completa digestione del lattosio assunto con gli alimenti. Motivo per cui potrebbero insorgere problemi di intolleranza, che può manifestarsi inaspettatamente anche in età adulta (deficit di lattasi primario) a causa di una più marcata riduzione dell’attività dell’enzima, oppure diventare una intolleranza acquisita (deficit secondario di lattasi) indotta da problematiche tra cui Morbo di Crohn, colite ulcerosa, celiachia, infezioni da rotavirus o trattamenti chemioterapici.

    Nell’intolleranza al lattosio non vi è alcun coinvolgimento del sistema immunitario, come invece avviene nel caso di reazioni allergiche alle proteine del latte. Ecco allora la comparsa, in soggetti allergici, di reazioni gastrointestinali simili a quelle dell’intolleranza, anche a seguito di una piccola quantità della sostanza “nociva” ingerita. Reazioni che però emergono rapidamente, dopo pochi minuti dall’introduzione nell’organismo del lattosio. E che, altrettanto rapidamente, scompaiono.

     

    4) Fai i test diagnostici

    I sospetti non bastano per dire che sei intollerante al lattosio. È preferibile fugare ogni dubbio eseguendo delle indagini diagnostiche specifiche. Esistono due test, gli unici validati scientificamente: l’H2-Breath test (o test del respiro) e il test genetico. Tutte le altre soluzioni diagnostiche alternative possibili vanno invece evitate, poiché prive di ogni fondamento scientifico.

    Il primo, il Breath test, si esegue sul respiro, più precisamente sull’aria espirata. E’ dunque un esame non invasivo, totalmente indolore ed economico. Consiste nel soffiare in una provetta, dopo aver ingerito una quantità di lattosio disciolto in acqua. Attraverso l’analisi della composizione dell’aria espirata sia prima che dopo l’assunzione di lattosio è possibile capire se sia stato digerito adeguatamente oppure no.

    Il test genetico, anch’esso non invasivo e molto affidabile, si esegue su un campione di mucosa della bocca su cui si studia una specifica sequenza genetica. È consigliato in caso di Breath test positivo, di sintomi che si protraggano da tempo e di familiarità per intolleranza al lattosio. Tale test consente, dunque, di definire la natura di un’eventuale intolleranza (primaria o secondaria) di e ottenere una diagnosi completa. In assenza di sintomi, invece, il test può indicare una predisposizione genetica a sviluppare, prima o poi (ma non necessariamente), l’intolleranza al lattosio.

     

    5) Consulta un esperto

    Consultare un nutrizionista è un passaggio da non sottovalutare. Le sue indicazioni ti daranno modo di impostare un corretto piano alimentare , così da non scatenare reazioni di intolleranza ed evitare che l’esclusione o la limitazione di alcuni cibi comporti il rischio di carenze nutrizionali.

    Inoltre, i suoi suggerimenti ti aiuteranno ad “auto-regolarti” sul limite di tolleranza al lattosio. In altri termini, dovrai “scoprire il tuo limite”. Ossia, capire fino a che punto il tuo organismo accetta questa sostanza, impegnandoti – una volta individuata – a non superare questa soglia per non avere reazioni avverse.

    Questo ti darà modo di imparare a gestire meglio e con sempre più autonomia il tuo piano alimentare. In tal senso, nella rotazione dei cibi non dimenticarti di portare in tavola pietanze e ricette contenenti lattosio. Anche quelli a contenuto limitato vanno bene. Così facendo, avrai modo di “testare” il tuo organismo e di scoprirne l’eventuale soglia di tolleranza.

     

    6) Non rinunciare: aiutati con LACTOINT DIECIMILA!

    È l’ultima tappa, ma non meno importante. Oltre alla dieta, puo’ venirti in aiuto un prodotto simbiotico, costituito cioè da probiotici, come Lactoint Diecimila. Lactoint Diecimila influisce positivamente sulla composizione della flora intestinale, facendo in modo che quest’ultima, anziché far fermentare il lattosio, possa digerirlo meglio.  Inoltre, grazie alla gastroprotezione, tutta la quantità dell’enzima lattasi contenuto in Lactoint resiste ai succhi gastrici ed arriva integra nel tratto duodenale dell’intestino, evitando ogni possibile fastidio digestivo!

    Inoltre, le capsule di Lactoint non offrono solo una maggiore garanzia di efficacia nella scissione di tutte le unità di lattasi. Difatti, contenendo anche Vitamina D, aiutano a prevenirne una possibile carenza organica (assai comune nei mesi invernali), così da salvaguardare la salute delle ossa.

    Perchè rinunciare, dunque, o mangiare “senza”? Con Lactoint Diecimila, sederti a tavola resterà sempre un gran piacere!

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